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Autologa-Solidale

La nascita della formula Autologa-Solidale

Quando nel 2005 l’Associazione Osidea, nell’intento di incentivare la donazione cordonale, studiò la nuova formula di Donazione Autologa-Solidale, il progetto venne accolto all’inizio con grande scetticismo poi con aperta ostilità, tanto che vennero addirittura firmate delle ordinanze, con provvedimento d’urgenza, che confermavano il totale divieto di conservare le cellule staminali cordonali per uso proprio e facevano divieto di istituire banche private per la conservazione del sangue cordonale.

Sembrava dunque che l’iniziativa di Osidea fosse assolutamente da bocciare. Oggi ci sono addirittura figure che manifestano la straordinarietà dell’idea come se fosse stata concepita da loro stessi. Eppure l’idea è non solo pratica ma socialmente utile, si permette alla donatrice di conservare l’unità di sangue cordonale per tutelare la salute futura del proprio bimbo e le si da l’opportunità di donarlo al prossimo in caso di necessità, garantendo comunque il patrimonio genetico del nascituro anche nel caso di donazione.

In questi due anni Osidea, grazie alla partecipazione alla formula Autologa-Solidale di alcuni centri esteri di crioconservazione, che hanno aderito con spirito sociale all’iniziativa della nuova formula di donazione, è riuscita a dare la possibilità a molte giovani madri di conservare le cellule staminali cordonali del proprio bimbo pensando anche al bene dei piccoli meno fortunati.

L’Associazione è ormai una delle principali realtà che opera per portare avanti una campagna divulgativa sull’importanza della donazione cordonale anche tramite il servizio gratuito “Sportello InformaMamma” [oggi il portale Cordoneombelicale.it] e distribuendo materiale informativo con notizie utili su tutte le tipologie di donazione, Eterologa, Autologa, Dedicata e ovviamente, quella ideata da noi, la Autologa-Solidale.

Quest’ultima, proprio perché soddisfa l’esigenza di salvaguardare la felicità futura dei propri bimbi e al contempo permette di compiere il bellissimo gesto altruistico di donare al prossimo, ha ottenuto una grande adesione. 

Il 27 Novembre 2007 è stato votato con parere favorevole l’emendamento all’Art. 75 della Legge finanziaria, che dice: “…autorizzare la raccolta autologa del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private accreditate e convenzionate con il Centro Nazionale Trapianti…La raccolta avviene senza oneri per il Servizio Sanitario Nazionale e previo consenso alla donazione del cordone per uso eterologo in caso di richiesta da parte di paziente compatibile…”

 

Questa nuova formula, ideata dall’associazione non profit OSIDEA che consentirà di conservare nel tempo il patrimonio di sangue placentare sia per le future esigenze di salute del neonato e della sua famiglia sia per eventuali pazienti che dovessero averne bisogno in futuro.
La differenza rispetto al passato è che le madri non saranno più costrette a scegliere fra la donazione autologa e quella eterologa e potranno così conservare l’unità di sangue per se e i propri congiunti ma anche, nel caso ne venisse fatta richiesta, decidere di destinare il patrimonio di cellule staminali alla collettività.

 

La famiglia si limita alla spesa per conservare il sangue.
I dati dei singoli campioni verranno annotati in un registro ufficiale, gestito da OSIDEA, e accessibile a tutte le organizzazioni internazionali in cerca di unità di sangue corrispondenti per eventuali trapianti. Ma il consenso per donare il patrimonio cellulare non è automatico: nel momento in cui arriveranno richieste, il donatore del sangue placentare potrà decidere di volta in volta, tenuto conto delle esigenze di salute della sua famiglia.

La prima mamma che ha scelto l'Autologa-Solidale

La testimonianza (02 marzo 2007)
La prima madre ad avere accettato di partecipare al progetto ideato da OSIDEA è una giovane segretaria d’azienda sarda, Tiziana Frongia, 36 anni, residente a Como.
La donna – il cui casoviene riportato dal quotidiano L’Unione Sarda – è’ al nono mese di gravidanza e attende da un giorno all’altro di entrare in sala parto, nel reparto di ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Como, la città in cui risiede.

“Avevo sentito parlare dei benefici della donazione autologa -ha detto Frongia, alla sua prima esperienza di madre – ma mi sentivo un po’ egoista perché scegliendo l’autologa avrei potuto conservare le staminali solo per Greta (il nome scelto per la bambina, ndr) precludendo la possibilità di guarigione ad altri essere umani compatibili con mia figlia.
È stato allora che OSIDEA mi ha prospettato questa opportunità che non ho esitato accogliere”.
Fonte: Vita.it

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